Muffins di fine estate ( vegani )


Avevo promesso di portarvi a Central Park e vi ci porterò presto ( il tempo di organizzarmi e di scrivere un post degno ). Questo, per quanto ultimamente la voglia di cucinare mi abbia fatto "Ciao ciao" con la manina, rimane un blog di idiozie culinarie cucina e ci terrei a proporre questi muffins prima che l'estate finisca dato che, come è facile dedurre dal titolo, trattasi di dolcetti fatti con gli ultimi frutti estivi. E poi, dato che presto andremo a fare un pic nic a Central Park, direi che questi nel cestino ci stanno a meraviglia :)
Per non perdere di vista il fatto che qua si parla anche di cucina "alternativa", vi avviso che sono vegani e buonissimi.
Tra l'altro, piccola riflessione.
Non voglio essere criticona o attirarmi antipatie, ma credo che qui in Italia l'essere vegani, crudisti, salutisti, sia un po' la "moda" del momento. 
Non fraintendetemi, per carità, anche perchè una buona fetta della popolazione "alternativa" lo è per scelta etica o salutistica; io sono vegetariana ( per ragioni etiche ), ho le mie brave manie, da qualche mese sto cercando di evitare il più possibile i grassi idrogenati e il famigerato olio di palma, ergo dovrei essere l'ultima a parlare, ma ho un po' l'impressione che tante persone inneggino a scelte alimentari alternative più per trend che per altro.
Salvo passare comunque all'estremismo opposto, ossia il (quasi) completo isolamento dei vegetariani/vegani nella società italiana.
Mi sono ripetuta già duemila volte e risulterò antipatica, ma qui ad Asti non ci sono locali esclusivamente vegetariani e men che meno vegani. Spero che qualcuno mi dica che mi sono sbagliata, e che nel resto dell'Italia le cose vanno diversamente, ma la mia esperienza in quel di Asti e Piemonte è molto triste e desolante. Non parliamo delle località di mare, dove trovare qualcosa che si discosti da antipasti/primi/secondi a base di pesce è impresa ardua.
Dal mio viaggio a New York ho capito che all'estero non è così: se qui essere vegani, crudisti, fruttariani o che altro è visto con diffidenza dalla maggior parte delle persone, mentre per altri è un che da sbandierare ai quattro venti per fare l'alternativo, a New York è la normalità. 
La normalità, dico: seguire uno stile di vita diverso è normale come mangiare una bistecca o un hamburger . Non è una "cosa strana", non è un "vanto" e nello stesso ristorante vegani e onnivori convivono senza difficoltà ( ovviamente pullulano i ristoranti e le pasticcerie vegane frequentati anche da onnivori ), così come senza difficoltà troverete prodotti raw anche nel più comune supermercato.
Non vi dico quanto buone sono le chips di alga nori in sacchetto, comprate per un dollaro o poco più e prontamente spazzolate in aereoporto mentre aspettavo tristemente il volo di ritorno.
Qui no: restiamo ancora una realtà troppo ristretta e per trovare dei prodotti dedicati a noi dobbiamo rivolgerci a negozi specializzati che, ovviamente, li fanno pagare a peso d'oro. Non parliamo dei ristoranti: magari non li so scegliere bene io, ma più che verdure alla griglia e insalate non riesco mai a trovare. Non chiedo certo tofu o seitan eh, sia chiaro, ma qualche zuppa, una scelta di contorni un po' più ampia e magari qualche piatto unico a base di legumi non sarebbe male.
Certo, rispetto a qualche anno fa le cose stanno andando decisamente meglio, e anche all'Esselunga o alla Coop si possono trovare tofu, tempeh o yogurt di soia, ma la strada da fare è ancora tanta.
Detto questo, veniamo alla ricetta: i soliti muffins, rivisitazione della quattro quarti, con olio anzichè burro e banana al posto dell'uovo. Ad arricchirli e renderli adatti al periodo fine estate-inizio autunno, le ultime albicocche e le ultime susine ( ovviamente potete farli con ogni tipo di frutta). 
Chi non ama le banane ( io vi dico che dopo averle temute come la peste per anni adesso sono banana addicted ) non abbia paura: la banana, che sostituisce l'uovo senza ricorrere ai costosi semi di Chia, non si sente affatto ma conferisce una naturale dolcezza che vi permette di aggiungere meno zucchero rispetto alla ricetta doc del 4/4 ( che sarebbe : 60 gr di farina, 60 gr di zucchero, 60 gr di burro o 40 ml di olio+ 60 gr di uovo ).
Vi lascio  la ricetta e vi do appuntamento a prestissimo con un altro post su New York ( in fondo un'anteprima )

Muffins vegani di fine estate
Ingredienti per 4 muffins

80 gr farina 00 ( o integrale, o di grano saraceno )
1/2 banana matura
40 gr zucchero 
40 ml olio ( di semi bio o evo leggero)
1 cucchiaio di lievito
latte vegetale q.b.
1 susina 
1 albicocca

Preparazione
Preriscaldate il forno a 180°.
In una terrina schiacciate la banana con la forchetta, aggiungete lo zucchero e l'olio e incominciate a montare con le fruste, fino ad ottenere un composto soffice. Incorporate lentamente la farina setacciata col lievito, aggiungendo eventualmente del latte vegetale quel tanto che basta per ottenere un composto morbido (ma non liquido!). Aggiungete la frutta tagliata a pezzetti e mescolate. Versate l'impasto in quattro stampini da muffins foderati di carta da forno e infornate a 180° per circa 25', o fino a che lo stecchino inserito all'interno ne uscirà pulito. Spegnete, fate raffreddare e servite.

Variazioni e suggerimenti:
- Al posto della farina bianca utilizzate quella di grano saraceno, ideale per un muffin rustico
- Aggiungete un pizzico di zenzero in polvere
- Aggiungete un misto di spezie : cannella, zenzero, noce moscata e cardamomo;
- Per allungare il composto va bene qualunque tipo di latte vegetale: di spia, di riso, di avena...


Che dite se sbirciamo la location del prossimo post? ;)



Commenti

Unknown ha detto…
Che tenerezza questi muffin, una meraviglia!!!!!
Anche io ho l'impressione che oggi siano diventate di moda le alimentazioni alternative ed è un peccato: ciascuno dovrebbe scegliere con coscienza, qualunque siano le ragioni, perchè decidere di cambiare stile di vita qui non è affatto facile come dici tu! Io ritengo che sia così perchè in Italia abbiamo una forte tradizione che prevede prodotti animali ed è difficile da sradicare. Inoltre i più sono diffidenti nei confronti di questi stili di vita. Ciò detto ritengo che ciascuno debba mangiare quello che vuole, ma quelli che su reputano vegetsriani e poi hanno il colletto di pelliccia nella giacca proprio non li capisco...
I tuoi muffin sono super invitanti e mi piace assai l'idea della banana al posto delle uova!
Buona giornata!
V
Francesca Quaglia ha detto…
allora non è solo una mia impressione :))))))) Secondo me è proprio la moda del momento, al di là di scelte etiche o salutistiche. Evvabbè...siamo in Italì :( Un bacio
valerita ha detto…
Ciao Francesca, proverò senz'altro questi muffin: il mio ragazzo non mangia le banane, non può neanche sentirne l'odore che subito esce dalla cucina. Voglio vedere se nascoste nell'impasto a tradimento le riconoscerà:)
Sono d'accordo con te, qui in Italia, è difficile, per non dire arduo, trovare ristoranti e prodotti per vegetariani/vegani. A Venezia conosco un solo posto dove i vegetariani possono provare piatti diversi dalla solita insalata (ti copio qui il link http://www.lazucca.it nel caso tu ti trovassi un giorno in laguna:)
Buona giornata!
Valentina
Francesca Quaglia ha detto…
secondo me riesci a "fregarlo" :) benissimo! Quanto al resto, segno: sia mai che capiti a Venezia un giorno :)))
Simo ha detto…
questa ricetta me la segno cara, sto cercando di alleggerire notevolmente i dolci che preparo alla figliola, golosissima di ogni ben di Dio...
Un abbraccio grande!
Francesca Quaglia ha detto…
^_^ Grazie Simo
Robi ha detto…
Ma sai, ma sai, ma sai che non avendo le uova, spesso le sostituisco con la banana? E sai anche che ci ho fatto un buonissimo pan bauletto brioche, ma che i muffin mi mancavano proprio? :D
Tra l'altro io son sempre stata un'amante di questo frutto (-_-' ehm... troppo sensa lato ha acquisito questa bontà!) e per me non è mai stato unn problema adottarlo come sostitutivo!
E comunque fa gola anche l'ultima foto, eh! :D
Francesca Quaglia ha detto…
eheheh, ma voglio la ricetta del Pan bauletto :))))) Un bacio cara
Camilla ha detto…
Ciao Francesca, è un po' che ti seguo, ma il post di oggi mi ha invogliata a commentare :)
Io credo che la moda del vegetariano/vegano/salutista non sia solo un'impressione ma un dato di fatto. Mi pare che al giorno d'oggi alle persone piaccia tanto autodefinirsi appartenenti a queste categorie, soprattutto per attirare l'attenzione dei curiosi e di chi non conosce bene questo mondo "alternativo"...Ma quello che manca alla maggior parte di questi fake salutisti è la COERENZA. Del tipo: mangio "sano" (che secondo me è cmq un concetto profondamente soggettivo, vista la scarsissima conoscenza in materia di molte persone) ma nel weekend "mi concedo" le schifezze; oppure: sto attentissima a mangiare prodotti biologici, ma non guardo le etichette e mi imbottisco di olio di palma (l'importante è che sia bio!!).
Io mi definisco salutista da tempi non sospetti (quando era quasi meglio non dirlo tanto in giro, perchè se no ti credevano affetta da qualche malattia strana) e sono dell'idea che abbracciare uno stile alimentare sia adottare una filosofia di vita, e certe cose non ti interessino semplicemente perchè non c'entrano niente con il tuo modo di pensare. Non mi capita di vivere tutta la settimana non vedendo l'ora di poter sgarrare nel weekend...Mentre vedo che è un pensiero molto diffuso tra i modaioli del momento.
A me capita di rado di mangiare fuori casa, perchè ho difficoltà a trovare posti che veramente raggiungano gli standard che vorrei, ma se proprio non posso farne a meno, vado spesso al Punto Macrobiotico, dove sono certa sia della qualità degli ingredienti, sia della totale assenza di schifezze aggiunte (e, per chi è vegano, di prodotti animali). Non so se nella tua città ce ne sia uno.
Buon proseguimento!!
Camilla
elenuccia ha detto…
Tutte le volte che vado in giro per il mondo provo sempre la tua stessa sensazione. E la cosa capita soprattutto andando verso gli states, ma anche in canada sono davvero tanto più avanti di noi. Ovviamente qui a Bologna dove il maiale regna sovrano ci sono due grossi classi di persone, quelle che danno l'idea di essere "alternativi" per tirarsela, e di quelli che ti guardano pensando "povera stupida". In città stanno venendo fuori un sacco di posti per vegani/vegetariani ma si ha sempre l'impressione che l'intento sia quello di volersi distaccare/innalzare rispetto alla massa...nel senso che poi ci trovi dentro solo i "fighetti", cioè quelli che pensano che per essere fighetti si deve essere vegetariani, e personalmente a me non fa venire tanta voglia di entrare.
Francesca Quaglia ha detto…
Concordo assolutamente! e mi fa piacere che tu sia intervenuta, data la tua esperienza nel campo :) Grazie di cuore ^_^
Francesca Quaglia ha detto…
Ohhhhhhhhhhhh..allora la mia era stata un'impressione giusta!!!!!! Viviamo tra due estremi opposti, purtroppo: chi "se la tira" facendo l'alternativo ( e lo noto anche tra i blogger e su FB) e chi non sa neanche chi siano i vegani/vegetariani..Evvabbèè :(
Anonimo ha detto…
Interessanti osservazioni sul mondo... che dire. Essendo stata vegetariana una ventina di anni fa (ora nonn più, si era degli extraterrestri mentre nei paesi anglosassoni in particolare il vegetarianesimo era già molto diffuso quindi immagino che ora il trovare svariati locali di tutti i tipi sia normale lì. In Italia ci sono locali molto diversi tra loro, dai veri rustici ai locali che mi azzarderei a definire "finti" come un fast food vegano che ho provato a Torino, a parte che ci ha messo un sacco di tempo a preparare 3 panini (fast?). La sera sono stata male (cosa che ultimamente non mi succede affatto), sospetto agglomeranti strani tipo gomme etc abbondantemente usate nei prodotti vari anche Bio. A parte ciò penso che in Italia tutto sommato se ci si accontenta di qualche piatto vegetariano pescando dalla cucina tradizionale lo si possa trovare, mentre ad esempio in Francia cosa si potrebbe ordinare? Ed anche in Inghilterra diciamo che la cucina prevalente è di carne, quindi l'esigenza di un posto ad hoc è ancora più marcata.
Una sorpresa è stato un ristorante in monferrato vicino alle langhe (dove la carne impera), bene abbiamo provato un ottimo ristorante con alcune scelte vegetariane e vegane, oltre ai piatti tradizionali per onnivori, abbiamo mangiato benissimo. Mi rendo conto sto saltando di palo in frasca ma è che ci sarebbe molto da dire sull'argomento.
Zucchina ha detto…
Ciao Francy, come stai? Ti ho seguito sempre sia qui che su Instagram, seppur in silenzio! Ma davanti a NY non potevo non commentare, non ci siamo beccate per poco lo sai? io sono stata lì i primi di agosto e anche'io confermo che il sogno americano esiste ancora, un po' diverso da come si vede nei film..intendo piuttosto il sogno di poter essere davvero ciò che si vuole senza essere guardati storto o senza dover fare i salti mortali per trovare il posto giusto per sé...sarà che NY è una città multietnica, cosmopolita, frenetica e che non dorme mai ma lì c'è la cultura del "Vivi e lascia vivere", c'è lo spazio per far coesistere pacificamente il bianco, il nero, il giallo, rosso e verde in un caleidoscopio di punti di vista che si completano tra di loro...e il vegan non è una moda, ma un modo di vivere e mangiare come tanti, che merita rispetto tanto quanto gli avventori di una Steakhouse!
Sei stata al Candle??? Lì si che una bistecca al sangue impallidirebbe!!!!!!
Ti mando un abbraccio, tua Zu
ps: i muffin sono morbidi e bellissimi, te ne rubo uno!
Francesca Quaglia ha detto…
dimmi DOVE :))))) Ehehhe, essendo monferrina non vedo l'ora di conoscere il nome di questo ristornate ^_ Un bacio
Francesca Quaglia ha detto…
ma dai!!!!! quest'anno siamo in tanto ad essere andati a NY e che peccato non esserci incontrate. Quanto al resto, condivido...il Candle cafè lo avevo segnato ma poi alla fine non ci sono andata. Ho provato, in compenso, l'Hangawi ( conosci') e me ne sono innamorata <3 Un bacio
Anonimo ha detto…
Mi ero persa questi deliziosi muffins! Una rivisitazione di una ricetta collaudata che mi piace un sacco ^_^

Per quanto riguarda la situazione dei vegetariani/vegani in Italia, purtroppo devo dire che hai descritto il quadro in maniera molto realistica...io vivo in Romagna e anche qua le cose non vanno molto meglio, soprattutto dal punto di vista culturale...un vegetariano è visto come una creatura derivante dall'incrocio tra un hippy e un alieno! Per fortuna ho imparato a fregarmene...

L'offerta dei locali si sta un po' ampliando verso le alternative vegetariane e vegane ma come dici tu, la strada da fare è ancora tanta...un abbraccio e grazie per questa bellissima ricetta (che proverò molto presto) :)