Tokyo. Cosa abbiamo visto, assaggiato, comprato...+ BON
Dopo il post generale, eccoci ad uno più dettagliato su Tokyo.
Scrivere quello che abbiamo visto, mangiato, provato durante i nostri giorni a Tokyo, non è facile perchè le emozioni sono state tante. Siamo passati da quartieri vintage ad altri che sembravano le pagine di un fumetto. Abbiamo mangiato la qualunque nei konbini, ma anche provato una cena di cucina fucha ryori vegana. Abbiamo visto vecchietti che si tenevano per mano e bambini in divisa con la cartella squadrata più grande di loro. Siamo stati in parchi che sembravano boschi e in metropolitana. Abbiamo camminato circa 20 chilometri al giorno, fotografato l'inverosimile, comprato di tutto e bevuto succo di yuzu. Era tutto bellissimo. Da quel poco che ho visto (perché 6 giorni pieni, esclusi gli spostamenti a Kyoto, sono effettivamente pochi) mi ha rapito il cuore: pulita, delicata, contraddittoria ma armoniosa, civile. Nulla a Tokyo è lasciato al caso, dalle cose più banali (come il wc), a quelle più importanti (il servizio pubblico, solo per fare due degli esempi più semplici). Era tantissima la voglia di visitarla, tantissime le cose che volevo vedere, tanto da temere di rimanere delusa. Generalmente, quando tutti ti parlano bene di una cosa ( una città, un posto i cui mangiare..), la idealizzi talmente tanto che poi, la delusione è dietro all'angolo. Questa volta no: Tokyo è esattamente come te l'aspetti, come l'hai vista nei film, nei cartoni, nei documentari, come l'hai letta, ma meglio.
Quando siamo arrivati, la prima sera, e gironzolavamo stanchi e spaesati per le vie di Asakusabashi, continuavo a ripetermi che era tutto reale. Quelle casette basse, da cui può spuntare Marrabbio alla ricerca di Giuliano, quelle stradine in cui in un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso, sono esattamente come te le aspettavi, ma non sono un film, un cartone o un racconto.
Quando siamo arrivati, la prima sera, e gironzolavamo stanchi e spaesati per le vie di Asakusabashi, continuavo a ripetermi che era tutto reale. Quelle casette basse, da cui può spuntare Marrabbio alla ricerca di Giuliano, quelle stradine in cui in un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso, sono esattamente come te le aspettavi, ma non sono un film, un cartone o un racconto.
I giapponesi sono delicati, gentili, onesti..e te ne accorgi che quello che ti rivolgono non è un sorriso finto. Prima di partire ho guardato per l'ennesima volta le tre puntate di Turisti per caso con Patrizio e Susy: credo di conoscerle a memoria e le ho riviste anche dopo essere tornata. Bene: quello che loro già constatavano alla fine degli anni '90 è vero, ed i giapponesi già allora erano avanti anni luce rispetto a noi. Parlo di tecnologia, certo, di moda, ma anche nel modo di fare. Un modo di fare un po' fanciullesco, spesso maniacale ( le file, le file!!!!), ma vero e profondo. Ok, fatta questa premessa, cerco di raccontarvi qualcosa corredato da foto.
Noi abbiamo fatto dieci giorni: siamo partiti il 18 aprile, ma arrivati a Tokyo solo nella serata del 19. Siamo rimasti a Tokyo fino al 24 aprile compreso, per poi spostarci fino al 27 a Kyoto. Dal 27 al 29 di nuovo Tokyo e poi, purtroppo, al 29 mattina siamo partiti per l'Italia. Quindi, a conti fatti, sei giorni pieni a Tokyo e due a Kyoto. Tanti inseriscono anche Osaka e Nara e la prossima volta lo farò anche io. Come primo assaggio del Giappone ho voluto tenermi molto sul basic, e far sedimentare bene quest due città senza aggiungere altro materiale.
Io procederei così: un elenco generale, diviso per giorni, di quello che abbiamo visto, quello che non è assolutamente da perdere e, infine, il cibo o, meglio, l'esperienza al BON ( quindi, se vi interessa solo quello, skippate fino al fondo)
COSA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE A TOKYO
1) Yanaka e Nezu, quartieri antichi, tradizionali, con le casette ordinate e basse, con i fili che spuntano. A Yanaka fermatevi a fare acquisti a Yanaka Ginza : un po' caotica ma bellissima.
2) Asakusa e il tempio Senso-ji, soprattutto di sera, quando le luci sono calate e il tempio è illuminato. Di giorno recatevi per i negozietti attorno a Nakamise dori: bella ma è molto, troppo, turistica.
3) Shibuya e l'incrocio più trafficato al mondo dove, però, incredibilmente nessuno vi sbatterà contro.
4) Harajuku e Omotesando, il quartiere elegante di Tokyo, paragonabile agli Champs Elisee di Parigi ma, a mio avviso, più bello
5) Takeshita dori per mangiare cose strane, colorate, assurde e vedere tanti ggggiuovini
6) Yoyogi Park, a Shinjuku, che più che un parco è un vero e proprio bosco. Al suo interno il Meiji, tempio shintoista.
7) Kagurazaka, il quartiere francese: qui tutto è dedicato alla Francia, dalla musica che suona per le strade, ai negozietti ed ai localini dove bere champagne e mangiare.
8) Shimokitazawa: il quartiere vintage, il posto dove vorrei vivere. Qui è tutto rosa, fru fru, vintage..è tutto pieno di fiori, di verde ed è bellissimo.
9) Ikebukuro: se piove, avete voglia di passare da un centro commerciale ad un altro, facendo tappa alle macchinette dei videogiochi. Pittoresco: da vedere.
COSE PERDIBILI ( CHE A ME SONO PIACIUTE MENO). Sono pochissime perchè mi è piaciuto tutto, ma ci sono
1) Ginza: bella, elegante, maestosa ma, sinceramente, nulla di non già visto nelle grandi metropoli
2) Il quartiere coreano: troppo caotico e a misura di giovane, soprattutto di sera ( però imperdibile per le amiche beauty addicted che vogliono fare incetta di maschere per il viso, creme, cremine, ciglia finte e via dicendo)
ESPERIENZE DA PROVARE ASSOLUTAMENTE
- Rimanere imbottigliati in metropolitana all'ora di punta, per vedere come i giapponesi salgono impassibili, si addormentano nella calca e scendono alla fermata giusta
- Comprare un bento ( o quello che volete ) alla stazione di Tokyo: c'è un vero e proprio mondo fatto di cibo, cibo, cibo e ancora cibo. Un po' caotico, ma imperdibile.
- Assaggiare i mochi, dolcetti mollicci ma che vanno giù una meraviglia. Strepitosi i sakura mochi, quelli avvolti nella foglia di ciliegio, leggermente salati.
- Prendere un taxi, per provare "un'esperienza in cui vi sembrerà di essere morti ma siete ancora vivi" ( cit. Maricler)
- Provare il natto, soia fermentata: lo so che lo scoglio del "bavoso-molliccio" è difficile da superare, ma vi assicuro che accompagnato da sottaceti, senape e riso, è buonissimo!
- Assaggiare il the matcha accompagnato da dolcetti wagashi: io in realtà l'ho fatto a Kyoto, ma ssssssssss
- Girare a caso, nei quartieri meno conosciuti, perdendosi tra le viuzze con le casette basse e scoprendo tempi, cimiteri, vialetti alberati...Tokyo è la città più sicura al mondo, e non vi succederà nulla!
- Attraversare l'incrocio di Shibuya mille volte, facendo video con il time lapse.
- Cercare il Tanuki ( ma questa la capiranno in pochi ;) )
Prima di partire avevo fatto un elenco di negozi che non avrei per nulla al mondo dovuto perdere. A Tokyo potete tranquillamente dilapidare il vostro patrimonio e far urlare la carta di credito senza accorgervene. Non perchè la merce sia particolarmente cara ( ovvio, a Omotesando, da Valentino, non aspettatevi di trovare tutto a 1000 Yen ), ma perchè c'è troppa roba e il rischio di lasciarsi prendere la mano è costante. Da Dayso, il negozio che vende tutto a 100 yen, ad esempio, si corre il rischio di mettere cose a caso nel cestino, rassicurati dal fatto che costano poco, ed esclamare "cazzz" alla cassa.
Comunque cercate di darvi un minimo di autocontrollo e leggete questo mio elenco.
Il tempo è tiranno, si sa, ma la lista era circa questa ( la metto anche per me, perchè devo tornare)
Comunque cercate di darvi un minimo di autocontrollo e leggete questo mio elenco.
Il tempo è tiranno, si sa, ma la lista era circa questa ( la metto anche per me, perchè devo tornare)
- Itoya: mega cartoleria a Ginza, dove troverete tutto quanto ha a che fare con la scrittura e le arti manuali. Sei piani di perdizione
- Kurodaya: purtroppo questo non sono riuscita a vederlo, ma era un'altra cartoleria enorme.
-Tokyu Hands: noi abbiamo visitato quello di Ikebukuro e vi posso dire che ho perso la testa, soprattutto nel reparto cucina, tra bento, tazze, tazzine. Ha vari reparti, tra cui quello dedicato alla cartoleria, quello per l'hobbystica e molte altre cose.
- Muji Ginza: l'unico negozio che c'è anche da noi, ma di dimensioni triple ( e caos anche )
- Mitsukoshi Ginza Store: al piano B1 perdetevi nel reparto food. E' cibo di lusso, paragonabile alla Food Hall di Harrods, ma imperdibile. C'è cibo orientale per ogni gusto ed esigenza. Da vedere, anche senza comprare nulla.
- Natural House: una specie di Naturasì giapponese. Molto carino quello di Omotesando, dove si può anche mangiare. Grande selezione di prodotti vegani, molti di derivazione europea.
- Ginza Six: negozi di lusso, troppo lusso, ma la libreria merita una visita anche solo per l'impalcatura.
- Oriental bazar: a Omotesando, bel negozio in cui acquistare anche ricordi da portare a casa. Sinceramente mi sono fermata al piano terra, dove ho visto una serie di ordinari ( ma belli ) souvenirs e dove ho comprato una borsa e degli orecchini.
- Bic Camera: ecco, nonostante ce ne sia più di uno, qui non sono riuscita ad andare. Mi dicono che sia imperdibile per le maschere di bellezza in cotone, oltre che per la tecnologia.
- Kiddy Land: non siete bambini? cosa importa!!!!! Kiddy Land a Omotesando è imperdibile. C'è il reparto dedicato a Totoro, quello dedicato a Snoopy, Hello Kitty, Disney...sei piani per tornare piccoli.
- Fog: negozio segnalato da Maricler a Shimokitazawa, arredamento ed articoli per la casa. Purtroppo non sono riuscita a visitarlo perchè era chiuso: motivo in più per tornare.
- DonQui: il regno dell'effimero e del casino a poco prezzo. C'è di tutto: dalle calze, al cibo, elettronica, valigeria, cose per la casa, souvenir, cose che non sapete cosa sono ma dovete prendere, bacchette, gadget tecnologici...Sei piani di perdizione. Un po' caotico ( noi abbiamo visitato quello di Asakusa) ma da vedere. Noi abbiamo acquistato una valigia ( ebbene sì).
- Kappabashi dori: non è un negozio ma una via, quella dedicata alle suppellettili da cucina. Troverete ceramiche, bacchette, coltelli, rappresentazioni in plastica dei piatti dei ristoranti. Per intenditori.
Quindi, nel dettaglio, cosa abbiamo visto?
ITINERAIO 6 GIORNI A TOKYO
19 aprile 2019Siamo arrivati tardi, era quasi ora di cena e più che un giretto in zona Asakusabashi, ove avevamo l'hotel,( Ici hotel Asakusabashi by Relief), non siamo riusciti a fare. Cena da Taiwan Shokudo.
Via di Asakusabashi, il nostro quartiere |
Siamo partiti presto, ancora inebetiti dal jet lag. Prima tappa: Ueno ed il suo magnifico parco, poi Nezu con visita al tempio Nezu-jinja che ricorda il Fushimi Inari Taisha. A pranzo abbiamo mangiato nel parco del tempio, con alcune cosette comprate in giro. Se volete assaggiare street food, quello è il posto giusto, perchè il parco è pieno di bancarelle che vendono la qualunque.
Nel pomeriggio abbiamo proseguito per Yanaka, il quartiere vecchio, gironzolando senza una meta precisa. Molto bello il cimitero di Yanaka e le case circostanti. Siamo tornati a Ueno, per riposarci un attimo prima di proseguire per Kappabashi Dori, la via di Asakusa dedicata alla cucina. Qui troverete ogni sorta di aggeggio per la cucina: bacchette, coppette, ciotole, oltre ad un negozio che vende le rappresentazioni in plastica dei piatti che trovate esposti nei ristoranti. Si cena presto, a Tokyo, e allora siamo andati a cena al BON ( vedi sotto).
Ueno |
21 aprile 2019
Ecco, forse la giornata che ho apprezzato di meno ( colpa mia: Giorgio ancora mi odia ;). Mattino Akihabara dirigendoci verso Ginza. Tappa da Itoya a fare acquisti e pranzo da Ain Soph. Ginza. Al pomeriggio abbiamo proseguito per Ginza dove, però, non siamo rimasti entusiasti: bello, ma nulla di non già visto. Dopo Ginza abbiamo visitato il Palazzo Imperiale o, meglio, l'area nei dintorni del palazzo, dato che la visita ai giardini era già terminata. Tappa alla Tokyo Station a compare cibo e poi cena di hotel. Nanna, chè eravamo cotti
Akihabara |
Mattina a Shinjuku, con i suoi grattacieli, le viuzze strette del Golden Gai, dove alla sera si va a bere e fumare, i love hotel tematici. Abbiamo preso la metro e siamo andati ad Harajuku, dove abbiamo passeggiato per Omotesando, la strada alberata e piena di negozi firmati. Pranzo da Natural house e passeggiata per l'iconica Cat street, molto carina. Immancabile una sosta in Takeshita dori, la via coloratissima piena di ragazzi, cibo fluo e gelati dalle forme di animali.
Abbiamo proseguito per Yoyogi park, dove abbiamo riposato un po' le gambe, che iniziavano ad essere stanche ed abbiamo ripreso: Shibuja, con l'incrocio più trafficato al mondo e statua di Hachiko.
Per cena siamo tornati al taiwanese della prima sera.
23 aprile 2019
Al mattino siamo andati ad Ikebukuro, un quartiere che sembra uscito da un mega video game. E, in effetti, è davvero un grande fumetto con sale per video giochi, Pachinko, e centri commerciali. Tanti centri commerciali. Non capivi dove incominciava l'uno e finiva l'altro. A pranzo abbiamo fatto tappa da Ain. Soph. Soar, molto carino. Nel pomeriggio, un po' indecisi sul da farsi, siamo stati in uno dei più bei quartieri di Tokyo: Kagurazaka, il quartiere francese. Tutto è a tema Francia: dalle boulangerie, alla musichetta che risuona per le strade, fino ai negozietti. Bellissimo. Tappa dolce in una pasticceria, con un ottimo sakura mochi, e poi ci siamo diretti verso Kimbocho, il quartiere dei librai dove, purtroppo, non sono riuscita a comprare neppure un libro, non capendo una parola. Una tappa serale ad Akihabara, giovanile e frastornante, e cena alla stazione di Ueno, con ottimi ramen vegani da T'Tantan.
24 aprile
Siamo partiti per Kyoto, ove siamo rimasti fino al 27 aprile.
28 aprile
Ultima giornata. La tristezza non ci ha impedito di gironzolare ancora un po' al mercato del pesce di Tsukiji che, a dire il vero, da ottobre non ospita più il mercato del pesce ma solo le bancarelle. Benchè non vegan, è comunque qualcosa da vedere, perchè pesce a parte, ci sono tanti prodotti belli e strani. Ho bevuto un ottimo matcha latte e fatto acquisti nei banchetti all'ingresso. Carichi di regali, abbiamo preso la metro e siamo andati a Shimokitazawa, il quartiere vintage: una rara bellezza! Qui è tutto perfetto, rosa, fiorito, curato. I ragazzi che gironzolano hanno l'aria intellettuale, i locali sono piccoli e curati. Abbiamo pranzato in un posticino recensito da Happy Cow, dove un signore anziano, in praticamente 10 mq di locale, ci ha cucinato dei ramen veg strepitosi. Nel pomeriggio siamo tornati a Kagurazaka per gli ultimi acquisti e abbiamo concluso degnamente con grande tristezza i nostri dieci giorni, nel posto in cui tutto era cominciato: il ristorante taiwanese.
CIBO
Per il cibo rimando al post precedente. Qui ribadisco che a Tokyo il cibo è ovunque. Credo di non aver mai visto così tanto cibo, tanto diverso, tutto insieme. Neanche a Londra, neanche a New York...I Giapponesi sono ossessionati dal cibo, a dispetto del loro aspetto filiforme. Incominciano la giornata con la famosa colazione salata ( ho visto mangiare pesce alle 7 di mattino) e credo che si fermino giusto per lavorare e dormire. Cenano molto presto, anche perchè alle sei di sera a Tokyo era già buio. A parte le basi comuni ( ramen, tempura, riso...), mi sembra di aver capito che ogni quartiere ha le sue specialità: nel quartiere coreano, ad esempio, abbiamo visto tantissimo junk food, così come a Takeshita dori, frequentato da giovani. Ci sono poi le vie delle Izakaya, le "osterie" dove si mangiano assaggini paragonabili alle tapas spagnole. Per il cibo vegan, ancora una volta, vi rimando al precedente post. Aggiungo che abbiamo sempre mangiato molto bene ( io sempre vegan, e Giorgio fifty fifty ) spendendo poco. Il Bon, di cui parlerò adesso, è stato oggettivamente quello più caro ma sono stati soldi ben spesi. La cosa più buona mangiata? non riesco a dirlo..credo di aver mangiato cose molto diverse tra di loro ma tutte ottime.
Un elenco dei luoghi in cui abbiamo mangiato?
Quando si fa un viaggio importante, è bene fare una follia. Ora, non so a voi cosa piace fare quando viaggiate, ma per me provare un ristorante che, al di là del cibo, offra un'esperienza, è molto bello.
Avevo letto dal mio amico Yari di questo "ristorante" di cucina buddista, vegana, anzi fucha-ryōri (cucina buddista zen vegan, d’ispirazione cinese ) . Anche di persona me lo ha decantato, ho visto le due foto su Instagram e ho deciso che quando sarei andata a Tokyo, avrei dovuto provarlo. Era il mio piccolo sogno nel sogno. Descrivere quello che abbiamo mangiato è impossibile: vi posso solo dire che siamo stati fatti accomodare in una saletta privata ( il locale è piccolo, credo che non ospiti più di due, tre coppie ) separata dalle altre ed è incominciata l'esperienza fatta di piatti che sembravano dipinti dalla mani di un monaco buddista e che, prima del palato, solleticavano la vista e l'immaginazione. Due ore ( due ore, sì ) di puro sogno.
Trascrivo le parole di Yari sul locale, così che possiate farvi un'idea di cosa è la cucina fucha ryori
"Bon, ristorante in attività da più di cinquant’anni, offre il meglio della cucina fucha-ryōri, la versione cinese della cucina dei templi buddisti. Il locale, in una piccola via vicino al tempio Saitoku, è una splendida oasi di pace e rilassatezza. Si viene accolti con un sorriso (la prenotazione è d’obbligo in locali come questo), si lasciano le scarpe all’ingresso e si viene condotti in stanze private in stile giapponese. La porta scorrevole viene chiusa, e in silenzio si potrà apprezzare la decorazione del tokonoma e il piccolo giardino interno.
Si inizia con una tazza di tè, che varia a seconda delle stagioni, e si termina con il tè, con lo scopo di portare amicizia e pace fra i commensali. Il cibo è stagionale, e i piatti riflettono il susseguirsi delle stagioni, com’è d’uopo nella cucina zen. Dopo il tè di fiori di ciliegio e dopo aver ordinato il mio amato umeshu (vino di prugne) e il tè kukicha che accompagneranno il pasto, inizia la successione delle varie portate, servite con cura e diligenza dai camerieri in kimono. Le portate seguono un ordine prestabilito.
Si inizia con lo shao ping (o shosai), l’antipasto freddo, costituito da verdure di stagione intagliate e fettine di seitan per poi procedere con crema di riso e tofu al miso.
A seguire lo shunkan, una presentazione decorativa di vegetali cotti, in questo caso a richiamare il rosa della primavera.
È poi la volta dell’unpen, una zuppa densa di derivazione cinese che riprende antiche ricette del XVII secolo, a base di radici e funghi primaverili.
Dopo il tepore della zuppa, è la volta di ritornare a un piatto freddo, l’otsukuri, ovvero verdure presentate a sashimi, quindi fredde e tagliate in maniera sottilissima.
Segue l’onsai, la ciotola di calde verdure bollite e accompagnate da una stupenda salsina di miso bianco.
...........
Altro classico immancabile è il mafu, il tofu di sesamo servito bello gelido, dal sapore inconfondibile e dalla consistenza deliziosa.
A seguire il delicatissimo yuji, il tempura di verdura lieve come una nuvola. Tra gli ingredienti, anche l’apice della piantina di riso con i suoi chicchi, sapientemente impastellati e fritti con il gambo (si mangia tutto!).
Il pasto sta ormai per concludersi. Immancabili messaggere della fine del viaggio gastronomico, le tre ciotole contenenti zuppa di miso, riso al vapore e tsukemono (verdure fermentate) vengono servite in contemporanea.
Da ultimo il suigo, il piattino di frutta e kanten che conclude questa avventura del palato"
Devo trarre le conclusioni? penso abbiate capito che Tokyo mi ha portato via non solo il cuore, ma tutta l'anima.
Nella prossima puntata andiamo a Kyoto.
23 aprile 2019
Al mattino siamo andati ad Ikebukuro, un quartiere che sembra uscito da un mega video game. E, in effetti, è davvero un grande fumetto con sale per video giochi, Pachinko, e centri commerciali. Tanti centri commerciali. Non capivi dove incominciava l'uno e finiva l'altro. A pranzo abbiamo fatto tappa da Ain. Soph. Soar, molto carino. Nel pomeriggio, un po' indecisi sul da farsi, siamo stati in uno dei più bei quartieri di Tokyo: Kagurazaka, il quartiere francese. Tutto è a tema Francia: dalle boulangerie, alla musichetta che risuona per le strade, fino ai negozietti. Bellissimo. Tappa dolce in una pasticceria, con un ottimo sakura mochi, e poi ci siamo diretti verso Kimbocho, il quartiere dei librai dove, purtroppo, non sono riuscita a comprare neppure un libro, non capendo una parola. Una tappa serale ad Akihabara, giovanile e frastornante, e cena alla stazione di Ueno, con ottimi ramen vegani da T'Tantan.
Siamo partiti per Kyoto, ove siamo rimasti fino al 27 aprile.
28 aprile
Ultima giornata. La tristezza non ci ha impedito di gironzolare ancora un po' al mercato del pesce di Tsukiji che, a dire il vero, da ottobre non ospita più il mercato del pesce ma solo le bancarelle. Benchè non vegan, è comunque qualcosa da vedere, perchè pesce a parte, ci sono tanti prodotti belli e strani. Ho bevuto un ottimo matcha latte e fatto acquisti nei banchetti all'ingresso. Carichi di regali, abbiamo preso la metro e siamo andati a Shimokitazawa, il quartiere vintage: una rara bellezza! Qui è tutto perfetto, rosa, fiorito, curato. I ragazzi che gironzolano hanno l'aria intellettuale, i locali sono piccoli e curati. Abbiamo pranzato in un posticino recensito da Happy Cow, dove un signore anziano, in praticamente 10 mq di locale, ci ha cucinato dei ramen veg strepitosi. Nel pomeriggio siamo tornati a Kagurazaka per gli ultimi acquisti e abbiamo concluso degnamente con grande tristezza i nostri dieci giorni, nel posto in cui tutto era cominciato: il ristorante taiwanese.
CIBO
Per il cibo rimando al post precedente. Qui ribadisco che a Tokyo il cibo è ovunque. Credo di non aver mai visto così tanto cibo, tanto diverso, tutto insieme. Neanche a Londra, neanche a New York...I Giapponesi sono ossessionati dal cibo, a dispetto del loro aspetto filiforme. Incominciano la giornata con la famosa colazione salata ( ho visto mangiare pesce alle 7 di mattino) e credo che si fermino giusto per lavorare e dormire. Cenano molto presto, anche perchè alle sei di sera a Tokyo era già buio. A parte le basi comuni ( ramen, tempura, riso...), mi sembra di aver capito che ogni quartiere ha le sue specialità: nel quartiere coreano, ad esempio, abbiamo visto tantissimo junk food, così come a Takeshita dori, frequentato da giovani. Ci sono poi le vie delle Izakaya, le "osterie" dove si mangiano assaggini paragonabili alle tapas spagnole. Per il cibo vegan, ancora una volta, vi rimando al precedente post. Aggiungo che abbiamo sempre mangiato molto bene ( io sempre vegan, e Giorgio fifty fifty ) spendendo poco. Il Bon, di cui parlerò adesso, è stato oggettivamente quello più caro ma sono stati soldi ben spesi. La cosa più buona mangiata? non riesco a dirlo..credo di aver mangiato cose molto diverse tra di loro ma tutte ottime.
Un elenco dei luoghi in cui abbiamo mangiato?
- Taiwan Shokudo: ristorantino casalingo, molto umile, in cui si mangia ottima cucina taiwanese a prezzi contenutissimi. Tutti i piatti sono vegani, tranne due che sono vegetariani, ma il menù è in inglese e sono specificati. Ottimo il mapo tofu, il kimchi e il taro.
- Ain Soph. Ginza: prezzi leggermente più alti ( circa 20 Euro a testa ), in ambiente molto cool e "newyorkese". Abbiamo preso due bento: ottimi ed enormi, anche se contenevano solo assaggini e una zuppa di pomodoro. Un po' freddo il personale, ma si mangia bene.
- Ain Soph. Ikebukuro: più easy di quello di Ginza, abbiamo mangiato molto bene scegliendo dai piatti del giorno. Io ho preso in piatto che aveva ogni tipo di verdura, hummus e pane. Giorgio la pasta del giorno che, ha detto, essere molto buona. Ottimo anche il tiramisù veg al the matcha.
- Chabuzen........: a Shimokitazawa, un buco di locale in cui non sarei entrata se non avessi letto le ottime recensioni. Quattro posti sul tatami, praticamente in cucina, serviti dal vecchietto titolare che, senza troppi fronzoli, vi servirà i ramen più buoni ed abbondanti che potrete immaginare cucinandoli davanti ai vostri occhi. Buono anche il curry con il riso. Circa 8 Euro a testa.
- T's Tantan: ramen vegani ( e anche tanti altri piatti veg ) alla stazione di Tokyo ed in quella di Ueno. Occhio perchè per trovarlo dovete davvero entrare in stazione! Noi abbiamo provato quello di Ueno e siamo impazziti a cercarlo ma ammetto di non essermi informata molto prima. Tutto ottimo e a prezzi super.
- Kippy's coco-cream: gelateria che produce gelati naturali, a base di latte di cocco e senza zucchero. Attenzione perchè NON sono tutti vegani: la maggior parte di essi, infatti, prevede il miele ma ci sono due/ tre gusti dolcificati con i datteri e quindi perfetti per i vegan. Io ho preso vaniglia e caffè. 500 yen + altri 100 yen se volete aggiungere i topping. Buono!
- Kippy's coco-cream: gelateria che produce gelati naturali, a base di latte di cocco e senza zucchero. Attenzione perchè NON sono tutti vegani: la maggior parte di essi, infatti, prevede il miele ma ci sono due/ tre gusti dolcificati con i datteri e quindi perfetti per i vegan. Io ho preso vaniglia e caffè. 500 yen + altri 100 yen se volete aggiungere i topping. Buono!
- Bon: autentica cucina fucha ryori, di cui parlerò in un post dedicato. Esperienza assoluta da fare.
- BONQuando si fa un viaggio importante, è bene fare una follia. Ora, non so a voi cosa piace fare quando viaggiate, ma per me provare un ristorante che, al di là del cibo, offra un'esperienza, è molto bello.
Avevo letto dal mio amico Yari di questo "ristorante" di cucina buddista, vegana, anzi fucha-ryōri (cucina buddista zen vegan, d’ispirazione cinese ) . Anche di persona me lo ha decantato, ho visto le due foto su Instagram e ho deciso che quando sarei andata a Tokyo, avrei dovuto provarlo. Era il mio piccolo sogno nel sogno. Descrivere quello che abbiamo mangiato è impossibile: vi posso solo dire che siamo stati fatti accomodare in una saletta privata ( il locale è piccolo, credo che non ospiti più di due, tre coppie ) separata dalle altre ed è incominciata l'esperienza fatta di piatti che sembravano dipinti dalla mani di un monaco buddista e che, prima del palato, solleticavano la vista e l'immaginazione. Due ore ( due ore, sì ) di puro sogno.
Trascrivo le parole di Yari sul locale, così che possiate farvi un'idea di cosa è la cucina fucha ryori
"Bon, ristorante in attività da più di cinquant’anni, offre il meglio della cucina fucha-ryōri, la versione cinese della cucina dei templi buddisti. Il locale, in una piccola via vicino al tempio Saitoku, è una splendida oasi di pace e rilassatezza. Si viene accolti con un sorriso (la prenotazione è d’obbligo in locali come questo), si lasciano le scarpe all’ingresso e si viene condotti in stanze private in stile giapponese. La porta scorrevole viene chiusa, e in silenzio si potrà apprezzare la decorazione del tokonoma e il piccolo giardino interno.
Si inizia con una tazza di tè, che varia a seconda delle stagioni, e si termina con il tè, con lo scopo di portare amicizia e pace fra i commensali. Il cibo è stagionale, e i piatti riflettono il susseguirsi delle stagioni, com’è d’uopo nella cucina zen. Dopo il tè di fiori di ciliegio e dopo aver ordinato il mio amato umeshu (vino di prugne) e il tè kukicha che accompagneranno il pasto, inizia la successione delle varie portate, servite con cura e diligenza dai camerieri in kimono. Le portate seguono un ordine prestabilito.
Si inizia con lo shao ping (o shosai), l’antipasto freddo, costituito da verdure di stagione intagliate e fettine di seitan per poi procedere con crema di riso e tofu al miso.
A seguire lo shunkan, una presentazione decorativa di vegetali cotti, in questo caso a richiamare il rosa della primavera.
È poi la volta dell’unpen, una zuppa densa di derivazione cinese che riprende antiche ricette del XVII secolo, a base di radici e funghi primaverili.
Dopo il tepore della zuppa, è la volta di ritornare a un piatto freddo, l’otsukuri, ovvero verdure presentate a sashimi, quindi fredde e tagliate in maniera sottilissima.
Segue l’onsai, la ciotola di calde verdure bollite e accompagnate da una stupenda salsina di miso bianco.
...........
Altro classico immancabile è il mafu, il tofu di sesamo servito bello gelido, dal sapore inconfondibile e dalla consistenza deliziosa.
A seguire il delicatissimo yuji, il tempura di verdura lieve come una nuvola. Tra gli ingredienti, anche l’apice della piantina di riso con i suoi chicchi, sapientemente impastellati e fritti con il gambo (si mangia tutto!).
Il pasto sta ormai per concludersi. Immancabili messaggere della fine del viaggio gastronomico, le tre ciotole contenenti zuppa di miso, riso al vapore e tsukemono (verdure fermentate) vengono servite in contemporanea.
Da ultimo il suigo, il piattino di frutta e kanten che conclude questa avventura del palato"
Bon
1-2-11, Ryusen Taito-ku Tōkyō
Tel. +81-3-3872-375
Cucina: fucha-ryōri (cucina buddista zen vegan, d’ispirazione cinese)
Orari: lun-mar-gio-ven 12-15 (ultimo ordine 13.30); sab 12-21 (ultimo ordine 19); dom 12-20 (ultimo ordine 18), chiuso il mercoledì.
Prezzi: menù da JPY 6000 (EUR 41) a JPY 10.000 (EUR 82).
Devo trarre le conclusioni? penso abbiate capito che Tokyo mi ha portato via non solo il cuore, ma tutta l'anima.
Nella prossima puntata andiamo a Kyoto.
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