Dopo i due post dedicati all'organizzazione ed al nostro "programma", veniamo a quello che a mio avviso è uno degli aspetti principali di ogni viaggio, piccolo o grande che sia, nonchè uno di quelli che meglio ti fa conoscere un paese: il cibo. Ovviamente qui parleremo di cibo vegan. Quanto é vegan friendly Seoul? Si può mangiare vegano e, soprattutto, vegano tradizionale?
Premesso che Seoul è una metropoli e che, come in ogni metropoli che si rispetti, le opzioni vegane "internazionali" ( burger, nuggets...) sono infinite, a noi interessa il cibo tradizionale, che è quello che più ci fa conoscere una cultura.
Ciò detto, bisogna ammettere che la cucina coreana ( come anche quella giapponese ) non è vegan friendly. Carne, pesce, uova sono onnipresenti nell'alimentazione coreana, già a partire dalla colazione. Soprattutto il pesce entra di default anche in preparazioni in cui sembrerebbe non doverci essere ( il kimchi, solo per fare l'esempio più famoso, i brodi e i banchan che accompagnano molti piatti ). Quindi, anche le verdure ed i vegetali, o il tofu, di cui viene fatto largo uso, non sempre per un vegano sono cibi "safe", poichè possono contenere ingredienti di origine animale.
Tuttavia con un po’ di ricerca ( su IG sotto l'hashtag #veganseoul #seoulvegan e simili, ma anche su YouTube
o su vari blog esteri ) e con l’aiuto del fedele @happycow si riesce non solo a sopravvivere ma anche a mangiare molto bene, sia in uno dei tanti locali veg ( con piatti tradizionali veganizzati ) che nei mercati, regno dello street food. Per chi, invece, di cucina tradizionale proprio non ne vuole sapere, sappiate che Seoul è piena di ristoranti 100% vegetali con opzioni "internazionali": dai burger, al "finto pollo" fritto, passando per pizza e pasta.
Insomma, di fame non si muore, ma è bene fare un po' di attenzione soprattutto se non vi limitate ai locali 100% vegani ma volete, come è giusto, provare anche lo street food ed i famosi mercati, senza i quali la visita non sarebbe completa.
A questo punto è bene però precisare che, come in ogni paese in cui c’è lo scoglio linguistico ( a Seoul non tutti parlano inglese e nelle altri parti della Corea credo ancora meno ), occorre un po’ di flessibilità: ho sempre cercato di spiegare , tramite traduttore, che non mangio carne, pesce, uova e latte, ma uno o due vegan fail sono stati inevitabili. E non perché mi “hanno voluta fregare” o perché ho " voluto sgarrare" ( virgolette d’obbligo, perchè odio il termine "sgarro", soprattutto applicato al veganismo che, ricordiamolo, non è una dieta ma un vero e proprio stile di vita ), ma perché, essendo pressoché sconosciuto il termine “vegano”, ed essendoci delle evidenti difficoltà di comprensione, é normale che non sempre ci si riesca a capire.
E allora? Allora si “incassa” l’errore e non ci si colpevolizza ( né si colpevolizza chi ci ha serviti ) ma, piuttosto, si cerca di comprendere e di fare maggiore attenzione se ci ricapita la stessa situazione. Ad esempio, ho scoperto che se si dice "non mangio pesce", non verrà proposto e servito un pesce intero, ma con ogni buona probabilità il brodo di pesce, sì. Non sempre, chiaro, ma fate attenzione se vi viene servito un brodo che non sia dichiaratamente indicato come vegetale.
Vi rassicuro, comunque, dicendo che i giovani parlano quasi tutti inglese e vi aiuteranno a capire cosa mangiare e cosa no, come è capitato a noi in un mercato.
Ciò detto, la cucina coreana è molto varia: prevale il sapore dolce e piccante, ma non solo. Ci sono preparazioni con sapori molto semplici e, se proverete la cucina templare, potrete stare sicuri sul fatto che sia vegana.
Onnipresente il riso: al vapore, saltato, sotto forma di porridge o di dolce, non manca mai, dalla colazione alla cena.
I dolci sono prevalentemente a base di riso glutinoso e sono poco dolci. Quelli che fanno alzare la glicemia alle stelle ci sono, e sono prevalentemente di ispirazione occidentale ( ho visto torte a mille piani, croissant sfogliati benissimo, dolcetti a forma di orsetto e altro ), ma vengono riservati per merende speciali: a fine pasto, se viene servito, viene servito un dolcetto di riso con il tea. Ma ne parleremo a tempo debito.
Benché, come dicevo, la cucina coreana non sia affatto vegan friendly, alcuni piatti tradizionali sono "naturalmente" vegani:
quasi tutti i dolci a base di riso glutinoso, i porridge di riso ( Jook, generalmente di fagioli o di zucca ) e i Kong Guksu ( noodles freddi serviti in un "brodo" di soia, sesamo e ghiaccio ), gli Hotteok ( frittelle generalmente dolci ), mentre altri sono facilmente veganizzabili ( il Bibimbap, facendo togliere l'uovo, i Gimbap di verdure..)
Per il resto, come ho detto, basta un po’ di ricerca, un po’ di flessibilità e si mangia molto bene, spendendo poco ( anche se mi hanno detto che rispetto ad altre città della Corea, o alla Cina, Seoul è carissima ).
Metterò tutti i prezzi nei dettagli ma sappiate che, a parte l’esperienza stellata del Legume ( con i prezzi di uno stellato), abbiamo sempre speso circa 10/15 euro a pranzo e 25/35 euro a cena in due!
Parliamo adesso dei nostri pranzi. In tutti i nostri viaggi, preferiamo dedicare al pranzo meno tempo così da non togliere tempo alla visita della città. Un tempo mi bastava qualcosa di "volante" mentre camminavo, ma adesso sento proprio l'esigenza di fermarmi un attimo. Tuttavia, a parte i viaggi invernali in cui mangiare per strada è impossibile per il freddo, è raro che andiamo al ristorante vero e proprio ( che riserviamo alla cena ): street food o qualcosa di easy in qualche localino è più che sufficiente.
PRANZI
1) Maru Jayeonsink Gimbap ( 35-4, Insadong-gil, Jongno-gu ). Baracchino situato ad Insadong, proprio sotto al museo del kimchi. Posto modesto e con pochi coperti, propone alcuni piatti tradizionali in chiave vegana. Noi abbiamo preso un gimbap ( una specie di maxi roll ) con verdure e tofu fritto e Dumplings fritti. Porzioni abbondanti, cibo buono e, aggiungendo una Pepsi abbiamo speso 17.500 won, ossia 10,90 euro.
2) Tongin market ( è un mercato dalle parti del Seochon Hanok village. Si sale al secondo piano, al Lunchbox cafè, e si sceglie la cifra da spendere. 500 won equivalgono ad una moneta. Con il gruzzoletto di monete di scende di sotto e si sceglie tra i banchetti il cibo, che viene messo in una lunch box, poi si va al terzo piano e si mangia in dei grandi tavoli condivisi. Qui attenzione perché nessuno parla inglese e nonostante io, con traduttore alla mano, abbia detto che non mangiamo carne pesce latte e uova, sono quasi sicura che in un brodo ci fosse del pesce. Non è stata cattiveria da parte della signora anziana che ci ha serviti, badate bene! E’ che per loro il “pesce” è una cosa e il “brodo” è brodo, anche se contiene pesce! Quindi, se io dico che non mangio pesce, ok , non mi daranno un pesce intero, ma il brodo fatto con acciughe o gamberetti, può capitare. L’ho capito dopo. Comunque, a parte questo, abbiamo preso un porridge di riso e fagioli, un po' brutto ma molto buono, delle frittelle di verdura ( per tradizione non contengono uova ) e delle verdure piccanti non meglio identificate essiccate e fritte. Tutto ciò, con riso al vapore e acqua, 15.000 won, 9,50 euro circa. Esperienza divertente.
3) Gwangjang market ( vera e propria istituzione a Seoul, di cui ha parlato anche Netflix ( in Street food Asia ). Le opzioni veg non sono molte e, purtroppo, c'è tanto tanto sfruttamento animale, ma in rete si trovano alcuni suggerimenti e grazie a quelli ci siamo diretti allo stallo A 22 dove una energica signora ci ha preparato un bibimbap con sole verdure e dei fantastici spaghetti di riso freddi in latte di soia con semi di sesamo, ghiaccio e cetrioli. Deliziosi e veg già in partenza. Qui attenzione al kimchi che viene servito appena vi sedete: contiene pesce e noi siamo riusciti a farci capire ( quindi per noi niente kimchi ) solo grazie ad un ragazzo che parlava anche inglese. Comunque, con una porzione enorme di spaghetti e un bibimbap, abbiamo speso 17000 won, 11 euro. Giorgio poi, in un altro banchetto, ha preso un hotteok, specie di pancake ripieno di frutta secca, altro piatto che sapevo essere veg in partenza (2000 won, 1,25 euro)
4) Plantude ( 513, Yeongdong-daero, Gangnam-gu B1 ) ristorante completamente vegetale all’interno del Coex Mall. Avevo poche aspettative, in quanto ristorante all’interno di un centro commerciale, invece abbiamo mangiato bene! Io ho preso una zuppa di tofu e pomodoro, Giorgio una zuppa di noodles freddi con verdure e del tufo fritto. Con acqua e due coke abbiamo speso 28.500 won, 18 euro, un po' di più rispetto alle altre volte, ma comunque adeguato.
5) Cham bareum Gimbap a Hongdae ( 43-1 Dongmak-ro ) Ristoranti di Hongdae specializzato in Gimbap, scovato su HappyCow ma non specificamente vegano. Abbiamo spiegato al ragazzo che non mangiamo carne pesce latte e uova e lui ci ha preparato due gimbap enormi: uno di verdure e tofu fritto e l’altro con sole verdure: ottimi!!! Con acqua e daikon sottaceto a libero servizio, abbiamo speso 9500 won, 6 euro ( in due, sì avete letto bene)
6) Baracchino a Myeongdong ( si chiama Aha!). Anche per le vie di Myeongdong, regno dello street food, e del food porn, qualcosa di veg si trova. Questo era un baracchino che, tra le altre cose, aveva anche tre piatti in versione veg: il corn dog ( tipico street food: un würstel avvolto da pastella, fritto e “insteccato”), i noodles normali o con salsa di fagioli neri e i dumplings fritti. Noi abbiamo assaggiato corn dog e ravioli: due porzioni abbondanti e buone, 12000 won, circa 7 euro. Un po' troppo fritti, ma non potevamo non assaggiare.
CENE
E veniamo alle cene. Se a pranzo ci "accontentiamo" di street food o qualcosa di veloce, per cena ricerco locali più particolari, a volte inserisco l’esperienza stellata ( se trovo un ristorante che proponga anche cucina veg ), insomma indulgiamo maggiormente. Per le cene a Seoul avevo individuato alcuni ristoranti veg, di cui due con cucina templare ( che è naturalmente vegetale ) e gli altri con cucina tradizionale coreana ( ovviamente veganizzata ).
7) Osegyehyang ( 14-5 Insadong 12-gil, Jongno District ) Il ristorante con cui abbiamo aperto e chiuso il nostro viaggio. Situato tra i vicoli di Insandong, è un locale modestissimo gestito da persone anziane. Serve piatti tipici coreani in chiave vegetale. La prima sera abbiamo provato il Bibimbap, una sorta di "insalata di riso" cui vengono aggiunte verdure e salse varie, i famosi e buonissimi tteokbokki ( gnocchi di riso immersi in una salsa di pomodoro abbastanza dolce e piccante, che tradizionalmente sono serviti con tortino di pesce ), i dumplings fritti e un uovo (“finto”) fritto. Tutto ciò, compresi vari banchan e acqua, per 32.600 won=21 euro.
L’ultima sera ( seconda foto ), il bulgogi ( una sorta di stufato tradizionalmente fatto di manzo ), di nuovo i tteokbokki, e uno stufato di erbe cremoso e buonissimo servito con banchan vari e riso. Abbiamo speso 37000 won= 22.87 euro. L’acqua è sempre gratis. Resterà nel cuore, sia perchè con lui abbiamo aperto il viaggio, sia perchè il cibo era effettivamente molto molto buono.
8) Vegan Kitchen ( 21 Toegye-ro 20-gil, Jung District ). Ristorante giovane a Myeongdong che serve piatti tipici della cucina coreana e alcuni più internazionali, come burrito. Abbiamo preso i famosi Japchae ( spaghetti di fecola di patata con verdure ) e uno stufato di kimchi saltato con tofu. Tutto molto buono e decisamente abbondante. Con una Pepsi ( l’acqua è sempre gratis ) abbiamo speso 30.000 won=19 euro. Valore aggiunto: il robottino che gira tra i tavoli e porta le ordinazioni, e i piccoli banchan serviti di default.
9) Maji Temple Food ( 19 Jahamun-ro 5-gil, Jongno District ) Una delle due cene di cucina templare del nostro viaggio. Situato in una vecchia casa tradizionale, la proprietaria ti fa sentire in famiglia. Ci sono vari menù ma, in linea generale, il pasto si compone di tanti piccoli piattini di vegetali ( presenti tutti cinque i gusti: l’amaro del daikon, il dolce del condimento dell’insalata, il piccante del kimchi, l’acido delle radici e l’umani delle melanzane ) ad accompagnare pancake e riso in foglia di loto. Tutto buonissimo. Tea ed acqua erano compresi, ma Giorgio ha preso anche una birra e abbiamo speso 47000 won, 29,05 euro.
10) Vegan Insa ( 12-4 Samil-daero 32ga-gil, Jongno District ) Altro ristorante molto carino e completamente vegetale, ad Insandong. Siamo tornati due volte. La prima volta abbiamo preso una zuppa di noodles fredda, un enorme Gimbap con “tonno” e verdure e dei frittini di konjak. Con una pepsi e una limonata abbiamo speso 31500 won, 19,47 euro.La seconda volta abbiamo preso “gamberetti” in agrodolce con riso, dumplings fritti, una bevanda fermentata alla zucca e due Pepsi per 47000 won, 29,05 euro
11) Sanchon ( 30-13 Insadong-gil, Jongno District ) Secondo ristorante di cucina templare provato. Il locale é situato tra i vicoli di Insandong ed è molto bello. Ospita anche mostre e propone musica dal vivo. Il menù è fisso e comprende due piatti di “appetizier” composti da piccoli assaggi stagionali, e poi un vassoio contenente 14 piattini di vegetali diversi. C’erano verdure mai viste e cucinate in modo particolare!!!! Pazzesche.
Vengono inoltre serviti riso ( una ciotola a testa ), zuppa, the e dessert. Tutto questo per 59000 won, 36,46 euro. Ovviamente tutti i prezzi che vi ho detto sono per due persone. Lo stra consiglio per un'esperienza autentica e diversa.
12) Legume. Come sapete, durante i viaggi, a me e a Giorgio piace fare una cena un po’ più ricercata, ovviamente vegetale, in locali di fine dining che si sono contraddistinti per la loro creatività ed originalità. Così come a a Vienna avevamo provato il Tian, a Istanbul il Mikla, a Seoul le mie ricerche mi hanno portata al Legume, ristorante completamente vegetale recentemente insignito di una stella Michelin. Altri riconoscimenti sono stati: 5 radici su We’re Smart Green Guide 2024,100 Taste of Seoul 2024, 50 Plant-Based Restaurant in Seoul 2024, 2 nastri sul Blue Ribbon Survey 2024/2025, menzione su MICHELIN Guide Seoul & Busan 2024, 100 Taste of Seoul, 50 Plant-Based Restaurant in Seoul 2023.
Regno del giovane chef Sung Siwoo, il Legume esalta la raffinatezza dei vegetali, rendendoli vere e proprie opere d’arte.
Ogni piatto è un’opera d’arte sotto ogni punto di vista: la degustazione inizia con la vista ( c’è una ricerca quasi maniacale nella composizione del piatto e nulla, neanche la più piccola fogliolina, é lasciato al caso ), prosegue con l’olfatto ( sentori di fiori ed erbe ) e termina con il gusto ( tutto saporito ma delicato. Un equilibrio pazzesco ).
I piatti, già dalla composizione, sono minimal ( stile che amo ), ma al palato rivelano il sapore dei vegetali sapientemente trattati.
Lo chef fa uso di prodotti rigorosamente stagionali, utilizza erbe e fiori, gioca con gli ingredienti rendendo i ceci, gnocchi, e nascondendo sotto ad una coltre di fiori una tartare di vegetali.
Il locale è situato a Gangnam, all’interno di un complesso di ristoranti ed uffici. La cucina è a vista, e tutto il personale è giovane e gentilissimo. C’è un unico menù degustazione da 180000 won ( circa 110 euro a persona ), composto da 12 portate, perfettamente equilibrate.
Questo il menù che, però, cambia frequentemente:
-Yellow Soybean ( una spuma delicata di soia nascondeva un mix di frutta e verdure )
-Vegan Cookie ( biscotto salato, farcito con un composto delicato ma goloso )
-Seasonal Skewer ( spiedino vegetale di mais ceroso. Era straordinariamente "marino" )
-Melon ( melone marinato in succo di lime, coperto da foglia di shiso, accompagnato da insalata di quinoa e da salsa coriandolo e rucola. L'ho amato )
-Vegetable Tartare ( tartare di asparagi coperta da petali di nasturzio. Pazzesca! )
-Tomato Soup ( un fresco “minestrone” come non lo avete mai mangiato )
-Chickpea ( gnocchetti di ceci accompagnati da una salsa delicata e da un “formaggio”vegetale )
-Beetroot ( barbabietola arrosto con altri vegetali e una salsa delicata )
-Mushroom ( fungo arrosto accompagnato da purea di cavolfiore e il cavolfiore stesso. Finiva il tutto una riduzione del fondo di cottura del fungo. Spaziale!)
-Lemon ( Sorbetto di aghi di pino e limone, con una spruzzata di succo di finocchio e olio di ago di pino. Sorprendente )
-Lavender ( delicatissimo gelato alla lavanda a base di semi di zucca, guarnito con uva )
-Petit four&Tea ( un ottimo tea caldo accompagnato da anguria caramellata e leggermente salata)
Mi è piaciuto tutto tantissimo ( in particolare modo la tartare ed il fungo ) e ringrazio tutto il personale per la gentilezza e disponibilità dimostrata.
Rimarrà nel cuore ❤️
📍Legùme, Sinsa Square 2F 207-2, 652, Gangnam-daero, Seoul
E questo è quanto.
Come avete visto, mangiare vegano a Seoul, è fattibilissimo! Ovviamente consiglio di non improvvisare e di fare un po' di ricerca ( anzi: spero che il mio blog vi sia utile! ), ma si riesce tranquillamente. Si mangia molto bene e spendendo poco: poi il "poco" o "tanto" è relativo, ma penso che i prezzi cui siamo abituati in Italia - folli - siano difficilmente raggiungibili, forse solo a New York.
Nel prossimo articolo parlerò delle caffetterie, delle sale da tea e dei momenti pausa.
Alla prossima!!!!
Commenti