Roma. Parte II ( Cibo e shopping )

Dopo aver parlato di quello che io e Giorgio abbiamo visto a Roma, veniamo alla parte più divertente: il cibo. E, essendo questo un blog vegano, parliamo in particolare di cibo veg. Certo: se c'è qualche onnivoro all'ascolto, gli scapperà un sorriso pensando alla sottoscritta che "pretende" di mangiare cruelty free in quella che è la patria dei bucatini all'amatriciana e della cacio e pepe. Ovviamente Roma è una città grande, quindi i ristoranti vegani ci sono (anche se meno rispetto a Torino, Milano o a città estere, come Berlino o Parigi) ma, come sapete, a me piace anche assaggiare cibi tipici quando viaggio. Penso, infatti, che il cibo sia fondamentale per capire la cultura di un paese, indipendentemente dall'essere o meno vegani. Purtroppo non è sempre facile conciliare il veganesimo con questa esigenza di "scoperta", ma informandosi un po' si riesce a fare. Sono riuscita a mangiare tipico e vegano anche in Giappone, quindi direi che è possibile. La cucina romana ha opzioni veg interessanti e sulle quali potrete andare sul sicuro: la pizza rossa, il carciofo alla Giudia, i carciofi alla romana, la concia di zucchine, le bruschette. Certo, i primi ed i secondi tendono a tagliarci fuori (ma una pasta al pomodoro la si trova ovunque), ma come antipasti e contorni la scelta c'è, soprattutto grazie alla cucina ebraico romanesca. 
Devo, però, fare una postilla: durante i viaggi mi piace sperimentare e mangiare cibi tipici, ma anche assecondare le mie preferenze. 
Credo che da anni di conoscenza sia venuto fuori che ho una passione per la cucina etnica, asiatica in particolare, mentre tendo a snobbare quella italiana, per buona che sia. 
Capirete, dunque, che dovendo rimanere in Italia ho dovuto conciliare le due esigenze: quella di provare cibi tipici e quella di assecondare i miei gusti, che certo non spingevano verso la cucina tipica romana.
Cosa fare? Happy Cow alla mano, ho stilato una lista di ristoranti e locali che avrei voluto provare ed i prescelti sono stati cinque. Due di cucina tipica (ho guardato il menù per assicurarmi di trovare anche opzioni veg), due di cucina etnica e uno di cucina esclusivamente vegana. E' stata una scelta non difficile dato che molti ristoranti che avrei voluto provare (come il Margutta) erano chiusi per ferie.
I pranzi, dato il caldo, ho deciso di lasciarli easy: mi sono strafogata di gelato che, oggettivamente, era l'unica cosa che mi andava di mangiare con quaranta gradi all'ombra. 

Prima di passare a parlare di quello che abbiamo mangiato, devo però fare un appunto: rispetto ad altre città visitate, Roma mi è sembrata meno aperta. Spero di non offendere nessuno, ma i romani mi sembrano molto, troppo legati alle loro tradizioni culinarie. Per questa ragione ho visto meno ristoranti vegani rispetto a Milano o Torino (giusto per restare in Italia) , e anche meno ristoranti etnici. 
Da ogni parte, indipendentemente dall'essere un posto turistico o meno, fioccano le trattorie, le osterie, le fiaschetterie, ma la scena vegan è abbastanza limitata. Però, ripeto, questa può essere stata solo una mia impressione dato che, tra l'altro, sono andata a Roma in pieno agosto, quando molti locali erano chiusi per ferie.
Veniamo a noi. 
Parto dalle cene, dopodichè vi parlerò anche dello street food (gelaterie e panetterie) provato. 
Infine faremo anche un po' di shopping.

RISTORANTI
[Zona: Ghetto]
La nostra prima cena è stata consumata nel Ghetto, in Via Portico d'Ottavia, in un ristorante tipico di cucina ebraico romanesca. Cosa comprende la cucina kosher ve lo avevo già spiegato nel post su Venezia: in poche parole nello stesso luogo non possono essere cucinati (e serviti) latticini e carne. Quindi se andate in un locale che serve carne e siete vegani, dovrete solo escludere le portate che contengono carne e pesce perchè comunque non vi saranno mai serviti latticini. Se, invece, andate in un locale che serve latte e derivati, escludendo i piatti che li contengono, sarete sicuri di non mangiare neppure carne (per il pesce, chiedete). Su'Ghetto serve carne, quindi nessun latticino. 
Nella stessa strada ci sono altri locali simili, peraltro appartenenti alla stessa famiglia, ma io ho scelto questo grazie ad alcuni articoli trovati sul web. Ho letto on line il menù e ho visto che avrebbe accontentato Giorgio (onnivoro) ma anche me, grazie ad una buona selezione di contorni e di antipasti mediorientali vegani. Il locale è abbastanza alla buona ma pulito. Il menù è molto vasto e comprende specialità della cucina ebraico romanesca e pizze. Abbiamo diviso un antipasto misto mediorientale (con hummus, tahina, falafel, taboullè, babaganoush e due "sigari" di carne che ovviamente non ho mangiato), poi Giorgio ha preso dei classici bucatini all'amatriciana, io il carciofo alla Giudia e un'insalata iraniana (rucola, carote, pomodori e cetrioli). Era tutto molto buono ma, a conti fatti, la mia insalata era assolutamente sproporzionata nel prezzo: 9 Euro ed era scondita! 
Il prezzo di tutto il resto era giusto (46 Euro in due con acqua) , ma quello dell'insalata da rivedere! C'è però da dire che eravamo in una zona molto turistica ed anche se i locali sembrano apparentemente umili e trasandati, sono abbastanza cari. 
Tuttavia abbiamo mangiato bene e il carciofo mi è piaciuto davvero molto.
[Zona: Trastevere]
Per la seconda cena volevo andare a Trastevere, che di sera ha un'atmosfera unica. Tuttavia, non essendo proprio tipo da osterie tipiche, di cui questa zona è piena, ho cercato qualcosa di diverso. Su Ig ho letto la recensione di un ristorante balinese con buona scelta vegan e ho prenotato. Si è rivelata un'ottima scelta: mi è piaciuto tantissimo e se dovessi tornare a Roma, sicuramente cenerei nuovamente da loro. 
Il locale è in una zona un po' nascosta di Trastevere, lontano dalla confusione. E' molto carino, intimo, ben arredato ed i proprietari sono gentilissimi! Il menù non è vastissimo, ma significativo della cucina balinese e con una buona scelta anche di piatti vegani. Dopo un antipasto offerto dalla casa (germogli di bambù piccanti) abbiamo diviso degli involtini (simili a quelli primavera, ma molto più delicati), poi Giorgio ha preso delle polpettine non vegane (ha detto che erano buone), un riso all'ananas (buono), del tofu fritto e saltato con spinaci d'acqua (particolare e buonissimo) e per me del tempeh glassato con salsa piccante e riso al cocco. Era tutto squisito: piccante al punto giusto, aromatico...un mix di sapori che ci ha portati immediatamente in Asia dove, più o meno, avremmo dovuto essere se non ci fosse stato il Covid. Con due bottiglie di acqua 49 Euro: prezzo giustissimo, considerando la qualità e la quantità del cibo offerto. 
Consigliatissimo!
[Zona: Termini]
Terza cena in quello che era il locale in cui nutrivo più alte aspettative, dato che viene descritto ovunque come un "must", soprattutto per i vegani. Il Rifugio propone cucina tipica romanesca, sia tradizionale che in chiave vegana (tutto: dalla carbonara veg, alle scaloppine veg, passando per saltimbocca alla vegana, arancini, supplì, tiramisù e via dicendo). Ero, quindi, molto curiosa di provarlo, così da conciliare la tradizione con il veganesimo. E sapete come è andata a finire? che è stato quello che ho apprezzato meno. 
Sia chiaro: era tutto buono e ben cucinato, ma non ha incontrato i miei gusti, decisamente più semplici. Il menù è sconfinato: suddiviso in due parti, prevede i piatti tipici romani sia per onnivori che per vegani, oltre a pizze e dolci. Idea che trovo furba, perché permette a gruppi di vegani ed onnivori di mangiare nello stesso posto senza problemi, ma rischiosa, dato che il confronto dei piatti veg con quelli originali è da sempre la pietra miliare della "lotta" tra vegani ed onnivori (chi non si è mai sentito dire " sì, certo: buono questo piatto, ma quello tradizionale è un'altra cosa"?). 
Il Rifugio ha rischiato e ha fatto centro, proponendo una cucina buona ed azzeccata che mette d'accordo tutti. Abbiamo preso un antipasto misto veg (con un supplì, un arancino, tufo marinato, maionese veg, hummus e pasta fritta): il supplì e l'arancino, dopo un mini boccone li ho lasciati a Giorgio perchè proprio non facevano per me. Il resto mi è piaciuto. Giorgio ha preso una  normale carbonara che ha stentato un po' a digerire, mentre io delle scaloppe di tempeh ai funghi: buone, ma anche queste le ho trovate un po' pesantuccie e molto condite. Buonissimi, invece, gli involtini di melanzana al pomodoro che, però, non abbiamo terminato perchè troppo pieni. Prezzo: Euro 46 in due con acqua (1 antipasto abbondante, 1 primo, 1 secondo, 1 contorno). Onestissimo ma, come ho scritto anche su IG, non è la mia cucina. Tuttavia ve lo consiglio se volete proprio qualcosa di tipico, sfizioso e siete famelici. 

[Zona: Centro Storico]
Quarta cena, in un ristoranti libanese nella meravigliosa Via dei Coronari. Il locale è davvero minuscolo (quindi conviene prenotare), senza troppi convenevoli e un po' rozzo per certi aspetti, ma la sua cucina vi stupirà. Il menù è ampio con specialità tipiche della cucina mediorientale, libanese in primis. Le opzioni per i vegani sono tante, oltre ad esserci un menù dedicato. Tutto è  preparato sul momento dal proprietario, al quale noi abbiamo lasciato carta libera (specificando che ero vegana): ci ha portato due piatti misti veg (di cui uno offerto) con falafel, hummus ed il babaganoush più buono mai mangiato in vita mia. Poi delle foglie di vite ripiene, fave al limone, melanzane marinate nel succo di melagrana. Era tutto strepitoso! Davvero: una delle cene mediorientali migliori della mia vita. Tutto questo, con pane arabo, due the al cardamomo e una bottiglietta di acqua: 35 Euro! 
Non aspettatevi il lusso, ma l'autenticità e la bontà. 
[Zona: Ostiense]
Ed eccoci all'unica cena in un ristorante 100% veg. Ne avevo sentito parlare tantissimo ed ero davvero curiosa. Con largo anticipo ho prenotato e meno male perchè non andarci sarebbe stata una grossa perdita. E' un locale fantastico che vi consiglio per un'occasione speciale o, semplicemente, se siete a Roma e volete provare una cucina vegana molto ben eseguita. Come avrete intuito dal nome del ristorante, la sua caratteristica è quella di ospitare dei bellissimi micioni, un po' come il Neko cafè di Taiwan, che poi sono i veri padroni del locale. Sono belli e tranquillissimi, ma ero troppo presa dal cibo per fotografarli. La cucina, 100% vegan con alcuni piatti raw, è assolutamente fantastica. Tutto è studiato nel dettaglio e nulla è lasciato al caso. Il menù, scritto sulle tovagliette, non è sconfinato, ma propone delle interessanti novità. Dopo una piccola entreè offerta dalla casa (hummus alla barbabietola con chip di platano) abbiamo preso delle sfoglie di tofu soffice con funghi e cremoso di sesamo (buonissime) e un coleslaw di jack fruit. Quest'ultimo, in particolare, era davvero innovativo. Poi Giorgio ha ordinato un fresco pad thai con arachidi e lime e io degli straccetti di seitan fatti in casa con patate dolci e salsa di datterini. Tutto questo con una bottiglia di acqua, una fetta di dolce e una birra, 62 Euro. 
Prezzo assolutamente giustificato considerata la tipologia di locale, la presentazione dei piatti, la preparazione e la ricercatezza degli ingredienti. Ovviamente, ma questo non devo neppure dirvelo, il locale è pulitissimo! 
Straconsigliato (non solo ai vegani!)
Questi i ristoranti provati. Una classifica non riesco a farla, dato che sono anche molo diversi tra di loro, ma metterei il Romeow cat bistrò fuori classifica sia perchè nettamente superiore agli altri, sia perchè particolarissimo. Poi a pari merito i due locali etnici e, a seguire, il ristorante kosher. Il ristorante tradizionale sia per vegani che per onnivori all'ultimo posto a causa della posizione non bellissima e delle mie preferenze personali.

STREET FOOD
Gelati
I pranzi, come dicevo, sono stati molto easy: gelato, gelato, gelato, gelato. Faceva troppo caldo per "mangiare veramente" e non ho trovato alternative valide e veloci. Ho provato alcune gelaterie che avevo trovato su Happy Cow: 
-Fata Morgana nel quartiere Monti (ma dovrebbero esserci altre sedi): buona selezione di gusti vegan ma nulla di memorabile.
-CamBio Vita in Via del Governo Vecchio: eccezionale. Oltre a tanti gusti vegan ne ha anche alcuni senza zucchero. Ottimo il cioccolato e buona l'arachide. Sono tornata due volte.
-Wonderful Ice cream in Via del Corso: non molti gusti vegan, ma quelli che hanno sono molto buoni. Ottimo il cioccolato fondente ed il mango.
-Rivareno: catena che una volta era presente anche ad Asti ma ha chiuso. Qui ho preso il gelato con il mio amico Manolo, in zona San Giovanni. Buonissimo il cioccolato vegano e la pasta di pistacchio (anch'esso veg). Mi è piaciuto molto.

Panetterie
Che fai? Vai a Roma e non assaggi la pizza rossa? Dopo varie ricerche ho trovato Roscioli, un panificio molto famoso a due passi da Piazza Navona. Abbiamo assaggiato la pizza rossa sottile e scrocchiarella e la focaccia con patate e rosmarino: era tutto molto buono. La scelta è vasta: pizza, focaccia, grissini, dolci, stuzzicherie tipiche romane...Si capisce che è un posto abbastanza turistico e "fichetto", ma nulla da dire sulla bontà.

Caffè
A parte i tanti caffè bevuti in bar anonimi, dietro segnalazione di un'amica di IG abbiamo provato quello con "la cremina" del Caffè S. Eustachio, una storica torrefazione la cui specialità è il caffè lavorato con un po' di zucchero in modo da renderlo più cremoso. Importante: se non lo volete zuccherato dovete dirlo subito al barista, perchè altrimenti procederanno secondo la loro tradizione. Io l'ho preso zuccherato ed era davvero buono. Costa un po' di più che altrove (1,30 Euro) ma va bene.
Altri caffè in posti tipici non li abbiamo presi, ma una lamentela devo farla. 
Il penultimo giorno siamo tornati nel Ghetto perchè volevo fare qualche foto. 
Ci siamo seduti nell'unico bar aperto (nulla di particolare: un bar normalissimo) ed abbiamo ordinato un cappuccino e un orzo con latte di soia. Ora, a parte l'attesa infinita anche se c'eravamo solo noi, a parte l'atteggiamento scocciato della cameriera, ed a parte che il mio orzo era freddo (non tiepido eh, proprio freddo..semplicemente è uscito freddo dalla macchina e se ne sono fregati), tutto ciò ci è costato la bellezza di 6,50 Euro. In genere non mi lamento mai per i prezzi, purché giustificati da una preparazione particolare, un ingrediente ricercato o da un locale particolarmente bello. Questa volta, invece, mi è sembrata davvero un'esagerazione di cui, se solo avessi avuto un po' di coraggio, avrei dovuto chiedere spiegazioni. Purtroppo non l'ho fatto ma un consiglio vorrei darvelo: benché sia una zona molto bella, evitate il ghetto per mangiare (vedi sopra) e bere perchè a mio avviso tendono a sparare un po' alto.

Grattachecca
Specialità tipica romana, la grattachecca è una granita venduta nei chioschetti lungo il Tevere. La sua peculiarità, però, è di essere costituita da ghiaccio "grattato" sul momento, e poi cosparsa da sciroppi e frutta fresca o sciroppata. Molto diversa, quindi, sia dalla cremosa granita siciliana, sia da quella che vendono molte gelaterie e che rimane più liquida e granulosa. Io non sono una grande amante delle granite  di nessun tipo esse siano, quindi la grattachecca l'ho solo assaggiata da Giorgio che, invece, l'ha apprezzata molto. 
Per darvi un'idea di cos'è, anche esteticamente parlando, immaginatevi la neve che mangiavate da bambini sulle piste da sci (io lo facevo!) ma dolce: ecco la grattachecca! Noi l'abbiamo presa da Alla fonte d'oro a Trastevere, ma sembra che si giochi il primato di grattachecca più buona di Roma con quella della Sora Maria, dalle parti del Vaticano. Se amate il genere non dovete perdevela.

Riflessione sui prezzi, dato che generalmente si pensa che sia una città davvero super economica: rispetto all'ultima volta che ero stata a Roma, ho trovato un certo rincaro dei prezzi. Sì certo, ovvio che sono passati anni, ma ricordo che pranzi, cene e caffè erano in media meno cari che non quelli di Asti o di Torino. Questa volta, invece, li ho trovati analoghi o, in media, più alti. Raramente ad Asti spendiamo 25 Euro a testa, mangiando sempre all'incirca la stessa quantità di cibo. 
Quindi, in definitiva, economica (stiamo pur sempre parlando di Roma e non di Copenaghen!) ma nei limiti. 
P.S. abbiamo evitato i posti troppo turistici!

SHOPPING
E parliamo un po' di shopping, ché a Roma non si va solo per mangiare. Ovviamente, essendo una metropoli, potrete trovare di tutto: ci sono le boutique prestigiose (concentrate soprattutto nelle vie attigue a Piazza di Spagna: Via Condotti, Via della Scrofa, Via del Babbuino..), le grandi marche di fast fashion (Via del Corso è un must degli acquisti giovani), botteghe artigianali, negozi di souvenir (tanti, troppi..) e tutto quello che volete. 
A dire il vero io non ho fatto tanti acquisti e quelli che ho fatto sono stati limitati principalmente ad un genere: cibo.
Tuttavia ho acquistato anche delle mascherine artigianali molto belle (mettiamocelo in testa: sarà l'accessorio indispensabile per un bel po' di tempo) ed un libro su Dario Argento. 
Vediamo nel dettaglio
- Castroni Cola di Rienzo: mecca di ogni gastrofighetto che si rispetti, tappa obbligata per chi ama il cibo, Castroni ha tre sedi. La più grande e famosa è in Via Cola di Rienzo e vi farà impazzire. Troverete the e infusi, caffè, cioccolate di ogni tipo, prodotti dietetici, cibo proveniente da ogni parte del mondo, farine, conserve raffinate, spezie... Volete una cosa? da Castroni è sicuro che la troverete. Io ho preso del the (sia per me che per amici), del cioccolato, alcune spezie e la verdura disidratata, che è la cosa più buona del mondo. Imperdibile. Se siete in zona Tridente, andate nella sede di Via Frattina, più piccola ma abbastanza ben fornita.
- Hosteria del mercato: negozietto a due passi da Piazza di Spagna in cui potrete sia mangiare (cucina tipica romana con tendenze "healthy") sia acquistare frutta, verdura e prodotti particolari, con una grande scelta di cibo veg e raw (prodotti più particolari che non quelli del Naturasì, per intenderci). 
Qui abbiamo fatto la follia: una confezione di Carolina Reaper essiccato che, per chi non lo sapesse, è il peperoncino che dal 2013 detiene il record come il più piccante al mondo, superando anche il famoso Trinidad Scorpio. Vi faremo sapere quando lo proveremo (e se, soprattutto).
- Profondo Rosso Store: in Via dei Gracchi c'è una perla che gli appassionati di Dario Argento non potranno perdersi per nessuna ragione al mondo. E' un negozietto piccolo, pieno di oggetti a tema horror e di libri sul cinema del terrore, stampati direttamente dalla casa editrice Profondo Rosso, quindi introvabili altrove. La vera perla, però, è il museo al piano interrato: in un quarto d'ora circa entrerete negli incubi più profondi del Maestro, ripercorrendo i suoi film più famosi, anche grazie a scenografie originali. 5 Euro assolutamente ben spesi. Ma, museo a parte, qualunque cosa deciderete di acquistare sarà un buon investimento, se amate il genere.
- Polvere di tempo : state cercando una vera bottega artigianale che sembra uscita da un film di Harry Potter? Bene: questo è il posto che fa per voi. Entrate in questo piccolo laboratorio a Trastevere e fatevi trasportare nel tempo dalla belle clessidre artigianali, da bussole originali e girate il mondo con i globi costruiti da questo simpatico signore argentino naturalizzato romano. Fidatevi: scambiare due chiacchiere con lui varrà già solo la visita.

Ecco, questo è quello che in buona sintesi abbiamo mangiato e acquistato. 
La mia mappa su Google era troppo piena di posticini da provare e di luoghi da vedere, e ho dovuto necessariamente fare una scelta. Cinque giorni sono volati via e di lacune (gastronomiche e non) da colmare ne ho troppe. 
Va be', amica Roma: torno presto...te lo prometto!

Commenti